Ormai le aggressioni agli operatori sanitari in ospedale sono tristemente sempre più all’ordine del giorno.
Un fenomeno che nessuno sembra sapere come evitare e che pare essere diventato una moda, con addirittura, nel solo ospedale di Foggia, 3 aggressioni in meno di 2 settimane.
Noi come agenzia che da anni si occupa di sicurezza, non potevamo non chiederci quali sono le dinamiche che portano a questa violenza a emulazione continua, se ci sono stati e se potevano essere evitati errori nella gestione dei presidi di sicurezza, e se non sia ora di inserire la figura del security manager all’interno di tutti i nosocomi italiani.
Chi è il security manager?
A molti ancora sconosciuto, il security manager ha il compito sostanziale di coordinare la sicurezza della struttura, prevenire le eventuali situazioni di rischio e soprattutto preparare lo staff a riconoscere i segnali precedenti a un’improvvisa aggressione e contattare immediatamente le forze dell’ordine, grazie anche a una dotazione tecnologica adeguata.
Il caso di Foggia
A proposito dell’ospedale di Foggia, noi ne abbiamo ampiamente parlato con il nostro esperto Riccardo Leone, che ha sottolineato come il security manager dovrebbe operare:
1) La figura selezionata deve innanzitutto conoscere profondamente il territorio e le diverse classi sociali, in modo da sapere anticipatamente quando gente violenta o comunque persone “già conosciute” potrebbero arrivare in ospedale, ad esempio per un incidente stradale che vede un “parente di” coinvolto.
2) Vie di accesso e vie di fuga. Proprio per quanto appena detto, ove possibile, il security manager dovrebbe pianificare più ingressi, e comunque distinti per il presidio di Pronto Soccorso, in modo da evitare, in caso di più vittime coinvolte, che “clan rivali” possano incontrarsi e entrare in contatto.
Vanno inoltre organizzate vie di fuga per il personale, che non deve essere bloccato in una stanza come è accaduto per il video ormai tristemente noto in tutto il web.
3) Presidio fisso notturno: E’ ormai risaputo che alcol e droghe, con i conseguenti gravi incidenti stradali e non, sono i protagonisti della vita notturna di ogni giorno. Per questo in ogni ospedale è necessario avere, per tutte le ore della notte, il presidio fisso non solo di un vigilante, ma soprattutto di una pattuglia delle forze dell’ordine pronte a intervenire.
4) Il telecomando “antirapina” è un dispositivo in uso soprattutto nelle attività commerciali che serve ad avvisare le forze dell’ordine e che, semplicemente premendo un pulsante, segnala in tempo reale l’indirizzo esatto del luogo in cui sta succedendo l’aggressione, per intervenire – qualora ce ne sia la necessità – in assetto antisommossa e armi in pugno.
Ecco, la struttura sanitaria, oltre ai vigilanti, dovrebbe essere dotata di diversi telecomandi di questo tipo, posizionati nei punti più “critici”, in modo che tutto il personale possa chiamare i soccorsi senza dover utilizzare il proprio smartphone.
Non generalizziamo
Resta inteso che ogni caso è a sé; in queste situazioni non si può generalizzare, e molto probabilmente molto di quanto detto era già stato fatto dalla struttura sanitaria.
Proprio per questo noi vogliamo ricordare che quanto detto sono solo esempi per chiarire che, non occorre la presenza “dell’esercito” come qualcuno ha dichiarato, ma forse, solo una più accurata pianificazione, fatta ad esempio dai tecnici esperti nella gestione non solo di queste situazioni, ma di eventi di ben più ampia portata, come concerti e manifestazioni.